giovedì 31 marzo 2016

Homework #10 - Scrivere una sintesi personale intorno al ruolo della macchina nella società e nella cultura contemporanea.


La macchina nasce allo scopo di svolgere una qualunque attività, quindi per macchina non si intende solo in modo ristretto il veicolo che utilizziamo tutti i giorni per spostarci da una parte all'altra. Tuttavia il legame che l'uomo attuale ha con la “macchina” è molto stretto, paragonabile a quello che ci lega all'automobile. La macchina oggi giorno si rende necessaria al fine di mantenere alti i ritmi della vita quotidiana, in cui la perdita/guadagno di tempo risulta essere un parametro di sopravvivenza. Basti pensare come sia improponibile credere di utilizzare la posta classica come mezzo di comunicazione, ma come sia molto più comodo e veloce utilizzare lo smartphone per inviare e ricevere la posta in istanti di tempo. Se la società di qualche decennio fa vedeva la macchina come un contorno alla vita quotidiana e, magari essenziale per la vita lavorativa, l'attuale e la nuova generazione vede la macchina come supporto alla vita quotidiana, essenziale a svolgere la maggior parte delle attività sia personali che lavorative, ma per di più necessaria a rendersi parte di un sistema in cui la macchina è la colonna portante dello sviluppo e della comunicazione.

Homework #9 - Individuare, all'interno dell'opera letteraria, la "macchina" che ricopre un ruolo da protagonista e spiegarne il perché con le dovute citazioni.

Madame Bovary è un’opera complessa, che non si lascia chiudere in definizioni univoche. Per un verso Emma, con i suoi sogni, le sue aspirazioni ad una vita più intensa, fatta di bellezza e di sentimenti nobili, esprime una forma di contestazione della grettezza e della stupidità dell’ambiente borghese di provincia. Il personaggio, oggettivamente, ha una funzione critica: la sua noia e la sua insofferenza dei limitati orizzonti in cui vive sono il reagente che fa affiorare tutta l’intollerabile negatività di quel mondo, ed esprime il bisogno di un’alternativa ad esso, di qualcosa di più autentico. Però, per altro verso, soggettivamente è anch’essa partecipe di quella stupidità. I sogni romantici ricavati dai libri si degradano in lei a livello della mediocrità piccolo-borghese, si irrigidiscono in luoghi comuni; per cui, sia pur su un altro piano, Emma non è poi sostanzialmente diversa dal campione della mediocrità borghese soddisfatta, come il farmacista Homais. Strumento dunque di un’analisi critica di tutta la società e di tutta una mentalità, Emma è al tempo stesso oggetto e vittima di questa analisi implacabile.Significativa, a tal proposito, l’immagine delle galline, che
 «[…] accanto alle macchine agricole […] chiocciavano nelle loro gabbie piatte, sporgendo il capo tra le sbarre […]»
, cui viene affiancata quella della folla che si addensa
« nello stesso punto senza volerne sapere di muoversi […]». 
Metafore emblematiche del grigiore piccolo-borghese, come quella dei 
«tre operai ansimanti che giravano la gran ruota d’una macchina per fare l’acqua di seltz. […]».
Emma è una donna che si è creata un mondo fittizio, chiuso in se stesso, in cui trova poco spazio la realtà. È, come del resto gli altri personaggi, una macchina, che artificiosamente vive la propria vita. I suoi gesti sono il riflesso di questa “macchinosità”: 
«Leon continuava a leggere, Emma l’ascoltava, facendo girare macchinalmente il paralume di garza della lampada […]»; 
quasi un corpo che comunica senza suoni. Tuttavia non è l’unica all’interno del romanzo:
«Rodolphe rimescolò tutte le altre [lettere] e macchinalmente si mise a rovistare in quel mucchio di fogli e oggetti […]»
 e ancora: 
«Charles ripeté come una macchina […]».
Il termine, nella sua forma primitiva (macchina) e derivata, percorre il romanzo come un fil rouge, attestandosi nei luoghi salienti di esso, come a voler sottolineare la vuotezza di quel artefatto mondo piccolo-borghese.
C’è una scena in Madame Bovary, che divide il romanzo in due parti; è quella dell’operazione andata male, eseguita dal Dottor Charles, di cui resta vittima Ippolito Tautin, stalliere all’albergo del Leon d’oro. È un’azione misera, meschina, l’ultimo episodio di un’esistenza già fallimentare ma che si ingrandisce iperbolicamente nella struttura del romanzo, ne occupa simmetricamente il centro, prepara il ritmo discendente dell’azione e l’avvia verso la catastrofe, come in una tragedia greca. Dopo l’operazione fallita, Madame Bovary, disperata, grida:
«Ah! perché non sono almeno la moglie di uno di quei vecchi scienziati calvi e curvi i cui occhi protetti dagli occhiali verdi, sono sprofondati eternamente negli archivi della scienza! Potrei incedere con fierezza al suo braccio».
Questo breve monologo è declamato, con la voce terribile della delusione e dell’ira, da un personaggio che realizza finalmente, attraverso il destino di un altro, il proprio fallimento. In concomitanza con questo tragico epilogo ecco ricomparire il termine macchina, accompagnato da un significativo aggettivo:
« […] la pelle [del piede] appariva prossima a rompersi, tutta chiazzata dalle ecchimosi provocate dalla famosa macchina. […]».

Homework #7 - Identificare (e trascriverne un breve contesto) almeno tre presenze della "macchina" nel libro scelto



“[…] accanto alle macchine agricole le galline chiocciavano nelle loro gabbie piatte […]”

“[…] la pelle [del piede] appariva prossima a rompersi, tutta chiazzata dalle ecchimosi provocate dalla famosa macchina. […]”

“[…] lo [Bridoux] trovarono nel suo piccolo cortile, sorvegliava tre operai ansimanti che giravano la gran ruota d’una macchina per fare l’acqua di seltz. […]”

“La signora Homais riapparve, portando una di quelle vacillanti macchine da caffè che si scaldano a spirito. […]”

“Charles ripeté come una macchina […]”

Nel romanzo, inoltre, nella traduzione dal francese il termine “macchina” ricorre anche nella sua variante “vettura”:

“Dato che non c’erano abbastanza mozzi di stalla per staccare le vetture, gli stessi signori invitati si rimboccavano le maniche e provvedevano alla bisogna. […]”

“[…] il marito, sapendo che le piaceva andare in giro in vettura, trovò un calessino d’occasione […]”

“Arrivarono sul far della notte, nel parco cominciavano ad accendere i lampioni per illuminare la strada alle vetture.”


(E altri 15 luoghi nel testo, che vedono la presenza della “macchina”).

mercoledì 2 marzo 2016

Homework #8 - Pubblicità con la scritta macchina


Homework #6 - Tassonomia


Homework #5 - Due logo

La Pixar Animation Studios, è una casa di produzione cinematografica specializzata in computer generated imagery (CGI). La sua sede operatica è in California ad Emeryville. Dal 2006 è stata assorbita dalla grande società  The Walt Disney Company. La Pixar è stata la prima casa cinematogrfica a sviluppare un lungometraggio interamente realizzato e sviluppato dalla grafica di un pc. Nel 2016 compie i suoi 30 di storia.

Instagram è un social network che consente ai propri utenti di scattare delle foto applicando anche dei filtri per condividerle su altri servizi social, quali Facebook, Twitter, ecc. L'applicazione nasce nel 2010 grazie a Kevin Systrom e Mike Krieger. La caratteristica del programma è che le foto sono nel formato quadrato e sul bordo superiore e inferiore hanno un spessore bianco che ricorda la fantastica Polaroid.

lunedì 22 febbraio 2016

Homework #3 - La macchina

Il computer è una macchina porgettata allo scopo di eseguire complessi calcoli matematici e di elaborazione dei dati in modo automatico. Nasce nei primi anni del XX secolo per sostituire i calcolatori intesi come coppie di persone il cui scopo era quello di svolgere i calcoli matematici. Successivamente, dalla seconda metà del XX secolo evolve fino ai giorni nostri con capacità di analisi di dati di qualunque genere.
La sua struttura logica si riduce essenzialmente a cinque elementi principali, detti anche sottosistemi, che sono: la CPU (Central Processing Unit), memoria, schede elettroniche, dispositivi di input/output, canali di comunicazione dei dati (BUS).